Da L’Azione del 23 luglio 2022
l Wine Festival è giunto alla sua sesta edizione e diventa sempre più un evento enogastronomico di alto livello per il territorio ed il suo prodotto più celebre, il Verdicchio di Matelica doc, prossimo a diventare Matelica Verdicchio doc. La manifestazione promossa dall’associazione produttori del Verdicchio e patrocinato da Comune di Matelica, Istituto marchigiano di tutela vini, Regione Marche, sta effettivamente crescendo come ha fatto notare il presentatore Paolo Notari nella prima serata, in occasione della cena di gala (la prima dopo quasi otto anni di lavori) tenutasi sotto le cinquecentesche logge dei pannilana in piazza Enrico Mattei.
Tanti gli ospiti illustri presenti e molto interessanti gli appuntamenti, vivaci e ricchi di punti. Venerdì 15 luglio sera a presenziare alla cena, dove a farla da padroni sono state le quindici etichette del Verdicchio e le ventisei del Barolo (vino con il quale è in corso il gemellaggio), sono stati per la Regione il presidente Francesco Acquaroli, l’assessore Mirko Carloni con le rispettive famiglie oltre ai consiglieri Elena Leonardi e Renzo Marinelli, quasi tutti i sindaci dei Comuni interessati dalla produzione del Verdicchio di Matelica (Castelraimondo, Cerreto d’Esi, Esanatoglia, Gagliole e Matelica), il parlamentare Tullio Patassini, fino ai rappresentanti istituzionali di numerose associazioni e riviste enologiche, tra cui una blogger statunitense che ha raccolto moltissimo materiale da far conoscere oltreoceano. Un’opportunità molto valida per fare il punto della situazione, con il presidente Umberto Gagliardi che ha voluto spiegare anche le ragioni del cambio del nome, «al fine di identificare meglio l’area di provenienza, la ricchezza di un territorio che ha eccellenze come il vino, il miele, lo zafferano, motivi di orgoglio e di unicità. Noi produciamo un milione e mezzo di bottiglie con appena 300 ettari di terra vignata: sono numeri piccoli, ma che producono una gran qualità, uno dei più grandi vini al mondo». Motivi che hanno suscitato grande apprezzamento nell’assessore regionale Carloni il quale ha evidenziato non solo quanto «stiamo investendo in un settore un tempo ritenuto marginale come l’agricoltura, che però offre e garantisce prodotti di eccellenza, ma anche quanto possa essere sfruttato lo sviluppo enoturistico nelle Marche: allora bene gemellaggi e confronti con altri vini di eccellenza come il Barolo». Lo stesso presidente Acquaroli ha sottolineato come «nel settore enologico stiamo investendo molto, per fare di città come Matelica luoghi che potranno unire le ricchezze enogastronomiche alle bellezze paesaggistiche e monumentali: c’è molto lavoro da fare, ma abbiamo un patrimonio che lo permette e può garantire solo successi». La serata si è poi chiusa con la consegna di due targhe da parte del vice sindaco Denis Cingolani ai rappresentanti delle cantine Provima e Belisario, rispettivamente per i 90 e 50 anni di esistenza. «Crediamo tutti molto nello sviluppo enologico – ha asserito il vicesindaco – e la riuscita di questa manifestazione è indice del gradimento, in primis tra le aziende e i diretti interessati».
Un’altra targa è stata consegnata l’indomani al Teatro “Piermarini” alla produttrice Gaia Bosco dell’azienda Bosco, in rappresentanza delle ventisei aziende del Barolo. La cerimonia si è tenuta nell’ambito di un incontro sul tema «Creazione, produzione e valutazione dei vini italiani di eccellenza mondiale», organizzato con la partecipazione straordinaria di illustri e celebri ospiti invitati direttamente dalla Fondazione Il Vallato: lo chef due stelle Michelin Moreno Cedroni, il docente Giuseppe Frega dell’Accademia dei Georgofili, brillantemente moderati dal giornalista Mauro Grespini del Resto del Carlino. Frega in un interessantissimo approfondimento scientifico ha definito «il Verdicchio un rosso vestito di bianco, in quanto non è leggero, ma ha un carattere forte come un rosso», mettendone in luce le caratteristiche organolettiche ed il fatto che «si distingue dagli altri bianchi per l’etil-caffeato che ne genera un carattere forte come un rosso: la forza del Verdicchio è l’essere fortemente antiossidante». Frega ha anche posto l’accento sul fatto di «non confondere mai la genuinità con la qualità, perché l’uno non include l’altro e la qualità è la capacità di un alimento di nutrire in modo corretto. A garantire la qualità sono due fattori: il prodotto ed il sistema tecnologico. Ecco perché il buon vino si fa in cantina e non in vigna e le necessità di aggiornare le tecnologie produttive e continuare nella ricerca, senza fermarsi ad inutili nostalgie per le tecniche del passato, neppure igieniche».
Altrettanto interessante l’approfondimento di Cedroni, che ha voluto sfatare alcuni miti, ricordandoci come il primo doc sia stato il Porto nel 1858 e quanto più tardi siamo arrivati noi italiani, per il verdicchio addirittura nel 1963, con la doc nel 1967. «Perché è un dato rilevante? – ha chiesto lo chef – Perché dobbiamo essere consapevoli di quanto hanno fatto e fanno francesi, inglesi e spagnoli, senza mai cullarci negli allori a livello mondiale e mai abbassare la guardia.
Il Verdicchio di Matelica nasce con il boom economico e le rese all’epoca non dovevano essere basse perché era disonorevole averle basse. Bisogna allora essere molto autocritici ed essere dei fari, come siamo divenuti io e Fabio Uliassi a Senigallia o Bucci presso i Castelli di Jesi. Fondamentale in questo senso diventa la qualità apportata da una determinata annata e la verticalità da portare nei ristoranti per far valere il valore di un prodotto. Solo così si può crescere». Una critica la sua che ha voluto spronare gli interlocutori a crescere ancora, un po’ come fatto la sera prima dall’umbro Sandro Camilli, neo presidente dell’Ais, l’associazione dei sommelier italiani: «Il valore del vino di Matelica deve crescere: la qualità si vede anche dal prezzo della singola bottiglia, che ha ricadute poi sul valore dei vigneti e di conseguenza sugli investimenti nel settore. Mi sembra di buon auspicio allora pensare al gemellaggio con il Barolo che in questo senso può essere un ottimo modello». Spunti anche questi preziosi che fanno sperare in rilevanti confronti che porteranno a far emergere, migliorare e sviluppare ancor più il nostro verdicchio, pardon il Matelica!