Un interessante incontro sullo stato dell’economia regionale: la crisi demografica
Un interessante incontro sullo stato dell’economia marchigiana quello tenuto martedì 8 luglio scorso nella sala conferenze della Fondazione Il Vallato da parte del dott. Lorenzo Tavazzi (Senior Partner e Responsabile Area Scenari e Intelligence, TEHA Group) e il dott. Pio Parma (Senior Consultant Area Scenari e Intelligence, TEHA Group), moderati dal prof. Gabriele Morettini, docente dell’Università Politecnica delle Marche, per la presentazione dei principali risultati del rapporto annuale “Le Marche al Centro”. A partecipare all’incontro anche il consigliere regionale Renzo Marinelli, il presidente uscente di Confindustria Macerata Sauro Grimaldi, l’imprenditore e fondatore di Halley Informatica Giovanni Ciccolini e il responsabile Marketing della Diasen srl Gian Pietro Simonetti. Il prestigioso TEHA (The European House Ambrosetti) Group, fondato nel 1965, ha effettuato un monitoraggio strategico sulla competitività delle Marche (Tableau de Bord strategico, costituito da da 45 Key Performance Indicator e oltre 13.800 osservazioni). Le Marche crescono (o restano stabili) rispetto all’anno precedente nel 73% dei KPI (33 su 45): su pil per abitane e popolazione giovane, densità di PMI, nuove imprese ogni 10.000 abitanti, occupati nel settore manifatturiero, incidenza delle imprese dell’economia del mare, densità dellarete ferroviaria, imprese con connessione e velocità di download d ≥100 Mbit/s, comuni con servizi interamente online per le famiglie, imprese con connessione fissa in banda larga, spesa in R&S sul Pil, occupati in settori high-tech, ricercatori ogni 100 occupati, start-up innovative, diffusione dell’e-commerce tra le imprese, consumi di energia per abitante, autoveicoli a basse emissioni, irregolarità nella distribuzione idrica, fitofarmaci utilizzati in agricoltura, raccolta differenziata urbana, incidenza dei green jobs, tasso di disoccupazione, quota dei giovani Neet, tasso di occupazione femminile, popolazione con titolo di studio terziario, laureati Steam, lavoratori in formazione continua, occupati con competenze digitali di base, presenze turistiche per abitante, arrivi turistici stranieri, partecipazione culturale dei cittadini, croceristi ogni 1.000 abitanti, occupati nel turismo. Al contrario, la regione peggiora rispetto all’anno precedente nel 27% dei KPI esaminati: valore aggiunto manifatturiero, export manifatturiero sul Pil, incidenza degli operatori all’export, valore aggiunto dei servizi, per le infrastrutture e trasporti per età media del materiale rotabile, posti offerti dal TPL, TEU movimentati nei porti, per innovazione e transizione digitale, nella transizione energetica e sostenibile, nel mercato del lavoro e formazione, in turismo e cultura per occupazione nel settore culturale e creativo e densità nel patrimonio museale. Dal punto di vista dell’innovazione, invece, l’occupazione marchigiana registra un buon posizionamento (6° posto in Italia) nei settori high-tech. Sul fronte della formazione, le Marche registrano un ottimo posizionamento relativamente alla percentuale di popolazione laureata: 2° posto nel 2024 con il 34,7% sulla popolazione compresa tra 25 e 39 anni (dopo il Lazio che ha il 37% e prima della Lombardia con il 34,6%). Un punto di riflessione per il futuro delle Marche è stato il ruolo-chiave delle aree interne. Le Marche infatti sono state tra le prime regioni italiane ad aver aderito alla Strategia Nazionale per le Aree Interne (Snai), individuando tre ambiti territoriali, in cui realizzare altrettanti “progetti di area”: Appennino Basso Pesarese e Anconetano, Ascoli Piceno e Alto Maceratese, per un totale di 44 Comuni e 86.407 abitanti. Le tre aree interne hanno ottenuto 8,3 milioni di euro di fondi dal Por Fesr Marche 2014-2020 (43%) e risorse ordinarie (57%), a fronte di 4,6 milioni di euro di pagamenti a fine aprile 2025. Alcuni motivi per cui le aree interne rappresentano un asset strategico per il rafforzamento del sistema socio-economico marchigiano sono legati a: patrimonio culturale, naturale e turistico (con borghi storici, abbazie, archeologia industriale, paesaggi rurali e naturalistici di particolare interesse come i Monti Sibillini, Gola del Furlo, lo sviluppo del turismo lento, enogastronomico ed esperienziale), le specializzazioni produttive locali e sistema di PMI (meccanica e subfornitura industriale dell’Appennino anconetano, artigianato e manifattura diffusa delle aree picena e maceratese), energie rinnovabili e bioeconomia idroelettrico, biomasse, solare diffuso, gestione sostenibile dei boschi con scarti agricoli e biomateriali), filiere corte e circolari secondo nuovi modelli di sviluppo locale, contrasto allo spopolamento e promozione di nuova residenzialità (smart working, ritorno ai borghi), prevenzione dei dissesti idrogeologici e contenimento dell’abbandono dei territori, attrazione di investimenti mirati su mobilità, sanità, scuola e imprese.