MATELICA – Numerosi e molto interessanti i temi trattati nella tavola rotonda di sabato 11 ottobre scorso, tenuta nella sala conferenze della Fondazione Il Vallato in occasione della manifestazione “Matelica 1473”, con diretta Facebook e YuTube sui canali della Fondazione, grazie al supporto tecnico della ditta Mga di Fabriano. Tema centrale è stato il progresso sociale e tecnologico tra Medioevo e Rinascimento, con i relatori Loretta De Franceschi (docente di Storia dell’Editoria dell’Universo di Urbino), Alessandro Marzo Magno (giornalista e storico) e Maria Letizia Paiato (storica e critica d’arte, docente dell’Accademia di Belle Arti di Macerata), che si sono cimentati nel rispondere ad articolate risposte relative alle numerose innovazioni tecnologiche e sociali derivate dalla stampa a caratteri mobili: marchi editoriali, nuove professioni come il correttore di bozze e l’editor, l’impaginazione, i frontespizi, i colophon, i costi di gestione tipografici…. Per questa edizione, come ampiamente annunciato, sono state pubblicate 200 copie (subito andate a ruba) della ristampa anastatica dell’incunabolo matelicese della Vita della Vergine Maria di Antonio Cornazzano, conservato alla Reverenda Biblioteca Ambrosiana di Milano ed Anna Masturzo della Fondazione Il Vallato ha narrato il lungo iter per riuscire ad ottenere i diritti di stampa, in collaborazione con il Gruppo Mondadori, quindi la stampa del piccolo volume attraverso la Tipografia Apollonio di Brescia, di proprietà della Halley Informatica, utilizzando una carta vergata simile a quella originale. La questione è stata al centro della parte conclusiva dell’incontro, che ha visto un prezioso raffronto tra lo studioso ed archivista della Fondazione Fedrigoni di Fabriano, Giovanni Luzi, e l’avvocato e collezionista di libri Corrado Galli Fonseca di Camerino. L’analisi delle filigrane infatti dimostrerebbe che per l’incunabolo di Matelica la carta usata era di Fabriano, mentre per quello di Jesi, le Constitutiones Aegidianae, stampato nell’ottobre del 1473, la carta potrebbe essere veronese e questo spiegherebbe il fatto che per esso lo stampatore Federico de’ Conti abbia usato non il consueto verbo “impresso”, ma “finito”. Stando alle interessanti ragioni addotte quindi la prima stampa in assoluto delle marche sarebbe quella di Matelica. Il nuovo format, con la tavola rotonda condotta da Matteo Parrini, è risultato più agevole e ricco di argomenti, consentito di allargare la platea, oltre agli ospiti in sala, provenienti da paesi vicini e da altre città delle Marche, anche a diverse centinaia di persone collegate (il video di due ore resterà accessibile a tutti, scuole e studiosi in primis sul canale YouTube della Fondazione). Molto positivo anche sul fronte delle collaborazioni instaurate. Aver unito la manifestazione con la giornata Fai ha infatti permesso di far confluire un numero di certo superiore alla scoperta degli antichi ospedali della città, con guide per la prima volta gli studenti degli istituti matelicesi dell’Itc Antinori e dell’Ipsia Pocognoni. Ad essere esposta per la prima volta anche la stampa a grandezza naturale della celebre Madonna del Crivelli, pala di Carlo Crivelli, realizzata per la cappella degli ottoni nella chiesa di San Francesco a Matelica e dal 1862 esposta alla National Gallery di Londra.