E’ destinato a determinare una importante svolta nella ricerca il libro “La Marca nella geopolitica del XV secolo fino alla battaglia di Lepanto”, scritto dalla professoressa Silvia Gaetani ed edito da Andrea Livio Editore, presentato sabato 22 aprile scorso presso la sala conferenze della Fondazione Il Vallato di Matelica.
Tantissimi gli spunti ed i documenti inediti, rinvenuti in importanti archivi come quello Vaticano e accuratamente riordinati. In particolare, per quanto riguarda Matelica, eravamo già a conoscenza che una consistente partecipazione di matelicesi c’era stata alla battaglia, nel numero di una trentacinquina di elementi, dei quali molti nomi ancora sfuggono nell’elenco. Come era altrettanto noto che la chiesa della Madonna del Rosario, costruita per volontà dei frati Domenicani lungo la Vecchia all’indomani della vittoria cristiana sui turchi ottomani del 7 ottobre 1571, rappresenti ancora oggi l’ex voto matelicese per quanto avvenne all’epoca.
Quello che si ignorava però era che il «Conte Ottone da Matelica» fosse «Capitano di 469 fanti al soldo di Venezia», con una propria imbarcazione nel «Presidio di Zara», città che fino agli anni ’40 del secolo scorso fu strettamente legata a Matelica per commerci e scambi religiosi e culturali. La professoressa Gaetani ha riportato alla luce questa notizia di una compagnia di venturieri su un’imbarcazione matelicese presente alla battaglia: la «Caramusali di Matelica», un vascello fuori dell’ordinanza e legati alla Repubblica di Venezia da contratti di ventura. Si tratta di una notizia interessante, unica nel suo genere: quasi uno yacht privato degli Ottoni all’ancora a Zara, che presenta per la prima volta la guerra di corsa dei nostri signori e venturieri della zona montana. Così pure appaiono i nomi di Gaudenzio e Filippo Contucci di Matelica, anch’essi presenti in battaglia. Non mancano altri personaggi fabrianesi e conterranei combattenti: «Giacomo da Fabriano, morto a Famagosta», «un Mancino e un Lazzeri», un certo Valentino da Sassoferrato e il «Capitan Liutrecche da Sassoferrato», «Maurizio Calmanti di Camerino, Matteo Pierbenedetti di Camerino, Pasquale Micara di San Severino, Piergentile Varano, Colonnello delle battaglie del Patrimonio: Venturiere nell’Armata del Papa», numerosi iesini, anconetani e maceratesi. La Gaetani è riuscita persino a ricostruire le vicende successive al rientro in Italia dei reduci, una sorta di Anabasi per tanti poveri militi: «I soldati che ritornarono passati per il mar di Sicilia, dopo lo sbarco nel porto di Napoli, il giorno di San Martino, ivi sbandatisi, i nostri per tornare a casa traversarono l’Appennino in mezzo a piogge dirottissime, e giunsero a Norcia ove perderono due commilitoni. Di là insieme ad alcuni di Cingoli, di Sassoferrato, di Corinaldo, crediamo che giungessero alle rispettive patrie». Come sintetizzato dall’assessore alla Cultura di Matelica, Giovanni Ciccardini, con il quale si è generata una piacevole ed animata tavola rotonda, «questo libro è davvero interessante, perché mostra finalmente il ruolo delle Marche in questa battaglia: non regione periferica ed estranea ai grandi fatti, ma pienamente protagonista di una battaglia che ebbe un ampio valore simbolico e sul morale dell’Europa cristiana, da oltre un secolo sotto la pressione dell’Impero Ottomano».
La Gaetani ha quindi rassicurato i presenti che sicuramente continuerà le sue ricerche sul nostro territorio e negli archivi locali, svelando per altro una profonda conoscenza della prima guerra mondiale, essendo stata autrice per di più del ricco volume intitolato “Il capitale umano nella geopolitica della Grande Guerra… ed anche i Marchigiani nel fango”, edito sempre con Andrea Livi Editore nel 2019.
Insomma ci aspettiamo altri interessanti appuntamenti con lei e scoperte di archivio di non poco interesse.