Alla terza edizione di “Matelica 1473” le vicissitudini dell’incunabolo “Vita della Vergine Maria” di Antonio Cornazzaro.

La manifestazione si svolge l’ultimo fine settimana di settembre e ha l’obiettivo di valorizzare il rilievo culturale della città rinascimentale con le sue bellezze stampate, manoscritte e monumentali.

La nascita della stampa e la diffusione dei testi sacri saranno temi centrali della III edizione di Matelica 1473, manifestazione in programma tra sabato 28 e domenica 29 settembre a Matelica (Macerata), dedicata allo studio e alla valorizzazione della stampa a caratteri mobili nel centro Italia. Protagonista dell’evento sarà l’incunabolo “Vita della Vergine Maria” di Antonio Cornazzaro, stampato nel 1473 a Matelica, il primo nella Marca Anconitana, a cura del dotto abate benedettino di origine greco-genovese Bartolomeo Colonna da Chio. Il piccolo volume, oggi conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, sarà oggetto di ristampa anastatica e di ulteriori ricerche per capire chi si celi dietro l’attività tipografica che, nel giro di pochi mesi, si diffuse lungo la direttrice del fiume Esino, coinvolgendo anche la vicina città di Jesi. La questione è già stata parzialmente affrontata nella precedente edizione del 2023, per capire le ragioni che consentirono all’invenzione di Gutenberg di trovare prima ospitalità in un centro come Matelica legato alla produzione e ai commerci di pannilani e a una prestigiosa schola grammaticae, nell’area delle celebri cartiere di Fabriano, Pioraco e Santa Anatolia (Esanatoglia). Suggestive e interessanti le ipotesi avanzate dagli studiosi che si sono confrontati in un convegno, di cui sono stati editi gli atti nello scorso mese di giugno dall’editore Ciabochi. Analisi approfondite, partite dai primi studi di Augusto Campana sull’incunabolo di Matelica e che, attraverso ulteriori ricerche, hanno condotto a ricostruire meglio la vicenda storico-economica e politica. Un viaggio, ben illustrato dalla paleografa Luchina Branciani, iniziato in Italia dal Sacro Speco di Subiaco in direzione del mare Adriatico, trovando origine nell’ambito dell’illuminata corte di papa Pio II Piccolomini. Non minore il contributo del professor Franco Mariani, storico della stampa e del libro dell’Università di Urbino, che ha fornito ulteriori spunti per comprendere come mai la prima stampa musicale ebbe i natali proprio nelle Marche, a Fossombrone, nel territorio del ducato di Urbino, a opera di Ottaviano Petrucci, personaggio dall’affascinante biografia. Lo studioso e libraio antiquario Pietro Masturzo ha infine fatto luce su alcuni aspetti degli esordi della stampa ebraica tra Marche e Romagna. L’edizione di quest’anno della manifestazione sarà invece tutta rivolta a comprendere il rapido sviluppo della prima stampa a caratteri mobili nell’ambito dei testi sacri e quali furono le ricadute già prima della riforma luterana. L’argomento sarà approfondito in un convegno in programma per sabato 28 settembre alle ore 17, presso la sala conferenze della Fondazione Il Vallato, in via Merloni 17B a Matelica, e a intervenire saranno monsignor Braschi, viceprefetto e dottore della Biblioteca Ambrosiana di Milano, e lo storico e giornalista Giovanni Maria Vian, già direttore de L’Osservatorio Romano. Nei due giorni si terranno altri eventi collaterali e saranno esposti, presso la Biblioteca comunale “Libero Bigiaretti”, manoscritti, pergamene restaurate di epoca federiciana e alcuni incunaboli, mentre un servizio di guide gratuite su prenotazione consentirà la conoscenza della città rinascimentale, con la visita agli spazi musealizzati rinascimentali della cattedrale di Santa Maria Assunta, di Palazzo Ottoni, residenza dei signori della città, e di altri suggestivi spazi eccezionalmente aperti al pubblico come la domus romana con mosaici policromi che si cela nei sotterranei della dimora dei conti Ottoni. Obiettivo della manifestazione è ancora una volta quello di valorizzare un primato storico di rilievo nell’ambito dell’invenzione della stampa a caratteri mobili, cercando di scoprire le dinamiche che ne favorirono l’arrivo e consentirono lo sviluppo culturale ed economico, fino in tempi recenti, facendo nascere nel tessuto imprenditoriale di Matelica personaggi del calibro di Enrico Mattei e arrivando ad avere aziende leader nell’ambito del software per gli enti pubblici come la Halley Informatica. “Il nostro impegno in ambito culturale è rivolto al salvataggio della memoria locale guardando sempre alle prossime generazioni – ha dichiarato il presidente della Fondazione Il Vallato Antonio Roversi – tanto che ci siamo già proposti per sostenere il restauro di alcuni codici e volumi preziosi conservati nell’archivio storico comunale di Matelica, uno dei più importanti delle Marche, essendo custode di circa 1.100 pergamene dal 1160 ai primi del XVI secolo. Inoltre, stiamo già lavorando ad altri progetti per incrementare questo rilevante patrimonio storico cittadino e abbiamo in programma di rendere quanto prima fruibile al pubblico un altro importante archivio, quasi sconosciuto e di proprietà della locale casa di riposo. Digitalizzare questo patrimonio e metterlo in rete diventerà una sfida del prossimo futuro e noi vorremo esserci. Il nostro lavoro in questo senso è quindi in itinere e in tutto ciò consiste l’evoluzione della manifestazione Matelica 1473”.