MATELICA – Tutta l’esperienza e l’amore per le montagne e la natura di un uomo giunto agli 80 anni, raccolte in un libro dall’assoluto interesse. Questo è “L’uomo delle nebbie” di Corrado Alessandrini, l’autore-protagonista, testo presentato nel pomeriggio di sabato 31 maggio nella sala conferenze della Fondazione Il Vallato, con un saluto iniziale del promotore Primo Mancini, presidente regionale de L’Umana Dimora, e del prof. Igino Colonnelli che è stato curatore del volume, che gode di prefazioni di illustri personaggi, a partire da quella di Ermete Realacci presidente della Fondazione Symbola, oltre a quella del professore emerito dell’Università di Camerino Franco Pedroni e già presidente della Società botanica italiana, oltre ad una bella intervista del giornalista Adolfo Leoni.

Il presidente Primo Mancini ha tenuto a sottolineare che «questo testo rappresenta il giusto riconoscimento alla profonda esperienza vissuta da Corrado Alessandrini, che ha sempre vissuto difendendo e rispettando la natura». Il prof. Colonnelli ha invece ricordato l’amicizia con il protagonista e la capacità di «un anziano vivace e pimpante, uomo della campagna, schietto in ogni suo gesto, che ama la semplicità, la montagna e la natura». Infine Alessandrini ha ripercorso la sua vita, da quando a 45 anni iniziò la prima scalata sulle Dolomiti quasi per gioco alla formazione fattasi da autodidatta, sempre in mezzo alla natura e a contatto con i pastori, tanto da aver salvato diverse persone in difficoltà e a volte anche se stesso, imparando dagli animali.

«Quando vado in montagna porto con me sempre macchinetta e binocolo – ha dichiarato Alessandrini – e molto meglio di chi fuma, ho così raccolto 30.000 immagini che amo guardare ogni tanto. La vita mi ha insegnato tanto e certo mi ha fatto un po’ impressione sapere che se da piccolo facevo arco e frecce di sanguinella, come me le aveva già fatte 5.300 anni fa l’uomo di Similaun. Come lui sono stato cacciatore e da bravo tiratore con il fucile ho anche vinto da giovane il Gran premio di San Marino di tiro al volo. Mi chiamano l’uomo delle nebbie, perché spesso in quota sono circondato solo dalle nebbie, ma non mi perdo perché seguo i sentieri degli animali. Tra le nebbie ti senti vicino al cielo e allora rido che questo è un allenamento per pensare a salire un giorno in Cielo. Sia ben chiaro però che quando vado in montagna è per viverla e mai per morire per lei, quindi a volte ho anche deciso di tornare indietro per evitare rischi seri: è un consiglio che do a tutti a non strafare».

In questa filosofia della montagna, il pubblico ha potuto ammirare immagini delle sue ‘escursioni’ sul Gran Paradiso, sul Lavaredo, a Valle Castellana, al Catinaccio, a Castelluccio di Norcia e sui Sibillini o sui monti della Laga. Il suo libro è in vendita a Matelica alla Mondadori Store.