
MATELICA – Attenzione particolare per la scienza alla Fondazione Il Vallato, sabato 22 marzo scorso, con una sala piena di appassionati e studenti universitari per la bellissima lezione tenuta dal prof. Fulvio Laus della Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria su “Charles Darwin: come nasce una teoria rivoluzionaria”. Un percorso bellissimo quello presentato dal docente, dall’inizio della spedizione del 1831 a cui partecipò Charles Darwin, sul veliero Beagle. In un viaggio di cinque anni tra Sud America, Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica, Darwin iniziò i suoi studi che avrebbero portato alla rivoluzionaria teoria dell’evoluzione. Charles Darwin fu il protagonista di una vera e propria rivoluzione scientifica, avvenuta nel secolo del cosiddetto positivismo, un movimento filosofico e culturale sviluppatosi in Francia nella prima metà dell’Ottocento, che poneva al centro il primato della conoscenza e del progresso scientifico. Durante una spedizione a bordo della nave HMS Beagle che durò dal 1831 al 1836, Darwin ebbe modo di studiare ed approfondire le specie viventi (animali e vegetali) e a raccogliere un’accurata documentazione che lo portò nel 1859 ad elaborare il suo libro “L’origine delle specie”, caposaldo delle sue teorie biologiche. Prima infatti gli scienziati credevano nella teoria della fissità delle specie secondo la quale gli organismi viventi attuali sarebbero uguali a quelli che si crearono all’inizio della vita sulla Terra. Nel 1859, nella sua opera L’origine della specie Darwin esponeva la sua teoria dell’evoluzione: l’opera, in 14 capitoli, è divisa in sezioni trattando lo stato domestico, lo stato di natura, la lotta per la sopravvivenza e la selezione naturale. La maggior parte dei dati di quest’opera furono appunti raccolti durante la spedizione a bordo della HMS Beagle. Durante il suo viaggio, infatti, Darwin ebbe modo di studiare in modo approfondito e raccogliere campioni che andando così a costruire una ricca documentazione a sostegno della propria teoria. Non solo, ma Darwin, grazie alla sua permanenza in Cile e la presenza al momento di un fortissimo terremoto con conseguente maremoto, iniziò a studiare i moti della superficie terrestre nella zona delle Ande: propose dunque una teoria secondo cui proprio l’abbassamento e sollevamento del suolo durante le varie ere geologiche avevano modellato e modificato il territorio delle Ande, dimostrando il mutamento delle specie minerali ed animali lì presenti.
