Oltre duemila persone per i due spettacoli con il “prof influencer” Vincenzo Schettini
Come da programma una moltitudine di oltre duemila persone, giunte da tutto il circondario fino a Jesi, Gubbio e Tolentino, si è riversata sabato 2 marzo scorso per assistere ai due spettacoli messi in piedi dal “prof nfluencer” Vincenzo Schettini, conosciuto soprattutto dai giovani per i suoi divulgativi messaggi di scienza, che non prescindono poi dalla sua curiosa biografia personale, essendosi diplomato vent’anni fa in violino e didattica della musica, per poi laurearsi in fisica, materia che evidentemente riesce a trasmettere al suo pubblico con notevole facilità.
I due spettacoli di sabato, (uno iniziato poco dopo le 17.00 e terminato intorno alle 18.45 e poi, con gli stessi tempi, ripetuto la sera dalle ore 21.30 hanno coinvolto tantissima gente, moltissimi affacciatisi per la prima volta ad ascoltare argomenti di filosofia e scienza, con un bel risultato in termini concettuali.
L’apertura è stata tutta dedicato alla Matelica “città del tempo”, con un bel video iniziale che ha trattato l’argomento, presentando il Globo ed il suo funzionamento, presentando lo Spazio del Tempo, recentemente inaugurato ai giardini pubblici, realizzato su uno studio dell’ing. Oronzo Mauro, direttore del Museo dell’Orologio di Montefiore dell’Aso, e su progetto dell’architetto Gianluca Pecchia.
Un modo quindi l’ambito teorico a quello pratico, come in qualche modo ipotizzato dall’assessore alla Cultura Giovanni Ciccardini, che è stato non solo ideatore e promotore di quest’evento, ma anche un raffinato regista per riuscire a coinvolgere tante personalità e catturare l’attenzione di così tanta gente.
E proprio il tempo è stato in qualche maniera il filo conduttore della serata, condotta magistralmente dalla giornalista Agnese Testadiferro ed aperta, in entrambe le occasioni, con delle domande di filosofia. «I filosofi si ponevano domande – ha dichiarato Schettini – e soprattutto una: “Io che ci faccio qui?”». Nell’analisi che ne è seguita, relativamente allo spazio-tempo in termini filosofici e scientifici, il “prof influencer” è arrivato a fare una considerazione importante per una società che ha desiderio di migliorare ed evolversi: «La scuola è il posto più bello per preparare i nostri sogni, non servono tanti insegnanti, ne basta uno che ti cambia la vita». Un bell’esempio sulla capacità che hanno i docenti, che con passione sprigionano il loro sapere e lo trasmettono agli altri con efficacia. Poi, tornando all’argomento centrale: «Sant’Agostino diceva il tempo non esiste, il passato è passato, il presente non c’è, il futuro… dove sta il futuro?».
Una domanda rivolta ai giovani, ma che ha coinvolto tutti e alla quale ha poi fornito i mezzi per dare una maggiore cognizione valida per tutti: «Gli strumenti di misura del tempo sono stati costruiti dagli uomini, sulla base della realtà del nostro pianeta, ovvero il sole che sorge e che tramonta… e questo è il nostro tempo. Eppure non è così per ogni luogo dello spazio. Se fossimo su un pianeta enorme, il tempo si dilaterebbe, come dice Einstein, e chissà allora che in qualche angolo dell’universo non esista una civiltà persa nello spazio che viva questo tempo…». Dall’analisi scientifica del tempo, si è allora passati a quella filosofica, utile a tutto l’uditorio. «In greco il termine kairos descrive un concetto di qualità del tempo – ha affermato Schettini – è il momento giusto, quello da non sprecare. Noi infatti abbiamo l’abitudine di buttare via il tempo, inutilmente». A quel punto è seguito il cosiddetto “esperimento time”, un modo per comprendere la relatività del tempo con la partecipazione di ragazzini, che in tanti hanno alzato le mani per poter partecipare. Gli insegnamenti finali della serata sono stati avvincenti per tutti e hanno travalicato la scienza e la filosofia, diventando quanto mai attuali per ognuno: «Non possiamo permetterci di smettere di scrivere e di leggere, perché la vita è un’opportunità e di tanti mali che vediamo e subiamo nei libri troveremo le risposte. Noi infatti abbiamo ancora un basso livello di cultura …. e qui sta la risposta alla violenza, al non rispetto». La cura contro la violenza è dunque una dose maggiore di cultura e di studio, per tutte le età. Una bellissima lezione, che ha scatenato il pubblico ed ha aiutato tutti a riflettere, un’azione che purtroppo sembra sempre più desueta nel mondo frenetico fatto di un generalizzato “mangia e fuggi”.