Un tuffo nella leggenda, anzi nelle leggende, particolarmente divertenti, quando non ammalianti, di un territorio assai variegato “naturalisticamente”, bellissimo ed ancora incontaminato per la maggior parte. Questo ci consente la lettura del libro di Matteo Parrini, “Leggende e misteri dell’Alta Valle dell’Esino” che è stato presentato il pomeriggio del 29 ottobre presso la sede della Fondazione Il Vallato a Matelica, alla presenza di molta gente chiaramente interessata a saperne di più sul proprio territorio. Un territorio nel quale leggende e misteri per secoli hanno reso meno noiose le lunghe sere invernali, quando stare seduti intorno ad un camino acceso ascoltando chi aveva da narrare qualcosa era l’unico diversivo per gente che dopo le fatiche della mietitura, della trebbiatura, della “scartocciatura”, della raccolta dei tanti frutti della terra ed infine della vendemmia, aspirava, giustamente, ad un meritato riposo. Racconti, leggende, misteri e favole si sono susseguiti in lunghe sere invernali, per decenni e decenni, piacevolmente seguiti da grandi e piccoli, accendendo la curiosità su quanto si veniva a sapere, tanto da fissarsi a lungo nella memoria. Venendo, così, a costruire un bagaglio di conoscenze, tenute vive, però, solo dalla tradizione orale e proprio per questo pericolosamente labili!
Ed ecco, dunque, la bella iniziativa di Matteo Parrini, di questo giovane intellettuale, laureato in Giurisprudenza ma impegnato su più fronti, ricercatore, archivista, storico … soprattutto appassionato del territorio e desideroso di farlo conoscere il più ampiamente possibile, scavando fin nei recessi della sua storia più antica. E con quanta dedizione lo faccia è chiaramente messo in evidenza dai già numerosi libri che ha scritto sugli “uomini e le cose” della sua Matelica e dell’ambiente alla città circostante. Senza trascurare di addentrarsi anche nelle campagne, nei borghi e nei villaggi vicini! Tutto un vasto territorio in cui, a dirla con Anna Masturzo, consigliere di amministrazione della Fondazione Il Vallato ed esperta di marketing, che ha scritto la prefazione al libro «i percorsi suggeriti sono adatti al turismo lento…rispettoso dell’ambiente e … in comunicazione con suoi abitanti». Un libro che è, negli itinerari in cui è suddiviso, un gioiello di accurato recupero di leggende e di storie gradevolissime alla lettura, che rendono più vicino un mondo ancestrale, perdere la memoria del quale avrebbe causato la sparizione definitiva di un genius loci irripetibile, con la conseguenza di un dannoso impoverimento spirituale, rendendo più arduo sapere chi siamo e da dove veniamo. Perché la storia di un popolo è fatta anche delle leggende, delle storie e dei misteri che accompagnano il crescere della civiltà di quel popolo, dandogli specificità ed individualità proprie ed uniche, contribuendo, dunque, a costruire la sua identità. Tesori, fantasmi, mazzamurelli, segreti di case, battaglie dimenticate, misteri
di chiese scomparse… fanno del libro una cassaforte preziosa di cultura e tradizioni popolari, proprio per questo da tenere in massima cura! E Matteo Parrini, con la sua “fatica” che presuppone ricerche in archivi più vari e dialoghi con gente che del territorio conosce le tradizioni, i detti e le leggende che si tramandano di generazione in generazione, dimostra la ferma intenzione di “fissarle” in pagine scritte con interesse palese verso una “materia” che altrimenti, ugualmente di generazione in generazione, avrebbe perduto tanto della sua accattivante malia. Parlandone, per di più, con lo spirito empatico che gli è solito, ad una platea attenta e partecipe, palesemente “presa” dalla narrazione di alcuni contenuti del libro e dalle motivazioni che sono state motore e spinta a scriverlo!