
MATELICA – Come previsto, la presentazione venerdì 21 marzo scorso dello studio demografico e socio-economico condotto sulla popolazione di Matelica e sui ragazzi tra Fabriano e Camerino è stato un interessante appuntamento che ha coinvolto rappresentanti di un po’ tutti i comuni dell’area della Sinclinale Camerte, dal sindaco di Matelica Denis Cingolani all’assessore di Fabriano Maurizio Serafini, fino al presidente di Confindustria Macerata Sauro Grimaldi. Dopo quasi due anni di lavoro, l’indagine condotta per conto della Fondazione Il Vallato dal prof. Gabriele Morettini dell’Università Politecnica delle Marche con il contributo del Comune di Matelica, dell’Ipsia Pocognoni, dell’Itc Antinori, dell’Oratrock – Oratorio di Santa Maria e della Rete Rifai, ha prodotto uno studio che ora potranno utilizzare gli amministratori locali e che, come anticipato da Anna Masturzo della Fondazione Il Vallato, «porteremo avanti per fornire delle risposte alle istanze emerse». Lo stesso prof. Morettini ha elogiato il lavoro voluto dalla Fondazione Il Vallato «perché si tratta di una ricerca che pochissimi centri delle Marche possiedono e che invece è utilissima, in quanto per iniziare a curare qualsiasi malattia, bisogna essere consapevoli di tutti suoi sintomi e conseguenze».

La metodologia utilizzata è stata quella di analizzare il presente confrontando dati di Matelica con i trend nazionali ed europei, per giungere a «pianificare» il futuro, attraverso possibili soluzioni economiche, demografiche e sociologiche. Si è quindi partiti dai grafici che hanno mostrato l’andamento della popolazione matelicese di appena 8.692 abitanti nel 1951 e scesa a 8.166 nel 1971, ma poi cresciuta fino a 10.105 abitanti nel 1981 e rimasta stabile fino ai 10.053 abitanti del 2015, poi iniziata a scendere fino ai 9.081 abitanti di oggi e ai 7.962 previsti per il 2040. Un trend purtroppo negativo, dove neppure l’incremento migratorio è riuscito a frenare il calo. «Si può ben dire che Matelica in questi anni abbia perso non 1.192 abitanti – ha dichiarato il prof. Morettini –, ma addirittura 1.460 se depuriamo il dato degli immigrati: a generare il crollo demografico fondamentalmente sono stati gli autoctoni. Anzi Matelica offre un dato anomalo, curioso: il 72% degli immigrati è costituito da due etnie: albanesi e macedoni (minoritarie le presenze di romeni, ucraini e indiani). Un’anomalia che con gli anni si è ridotta per lo più acquisendo la cittadinanza italiana o andandosene. Evidentemente Matelica non possiede un’attrattività sua, ma ci si viene solo perché la si conosce oppure perché si crea una catena di familiari e di legami, come appunto nel caso delle due etnie qui dominanti». I grafici hanno anche evidenziato che nel 2040 un matelicese su 5 avrà oltre 65 anni, con un saldo naturale della popolazione sempre più divergente tra nati e morti, un po’ come accade anche ad Urbino o a Fano. Un dato che accomuna Matelica ad altre realtà della zona come Cingoli e Filottrano (entrambe passate da 10.000 abitanti del 2011 alla proiezione degli 8.000 abitanti per il 2043) o Pergola (passata dai 12.686 abitanti del 1951 alla previsione di 5.040 abitanti del 2043).

Il calo demografico ha ovviamente anche ricadute economiche, a cominciare dalle abitazioni non occupate e che quindi perdono valore. Infatti, se in Italia e nelle Marche la percentuale è del 27%, a livello locale il dato cambia dalle nostre parti: nel 2021 Matelica, Cerreto d’Esi e Fabriano erano al 31%, Castelraimondo al 34%, Esanatoglia al 38%, Pioraco al 48%, Camerino al 49%, Gagliole al 50%. Invece la densità di imprese per numero di abitanti è molto alta: Matelica (105,38), Pioraco (65,52), Cerreto d’Esi (75,84), Fabriano (81,80), Esanatoglia (92,38), Castelraimondo (92,49), Camerino (115,35), Gagliole (139,58). Da ciò è derivato un benessere diffuso, con un reddito imponibile per contribuente salito dal 2012 al 2021 da 16.509 euro a 19.150 a Matelica, da 19.520 euro a 21.291 a Fabriano, da 16.743 euro a 19.717 a Cerreto d’Esi, da 15.650 euro a 18.366 a Esanatoglia, da 16.577 euro a 19.024 a Castelraimondo, da 19.906 euro a 22.117 a Camerino.

Il tasso di istruzione evidenzia percentuali molto più alte a livello locale rispetto alla media nazionale e regionale per diplomi di scuole superiori (39% contro 37%) e un tasso di occupazione a Matelica del 94% nel 2021 contro il 93% regionale e il 91% nazionale. Spiccano in particolare gli occupati nel settore dell’industria (35% contro il 31% regionale e 24% nazionale) e dell’agricoltura (6% contro il 3% regionale e il 4% nazionale), oltre che nei trasporti e comunicazione (11% contro il 7% regionale e il 9% nazionale). Il 25,5% della popolazione ha un’occupazione ad alta specializzazione ed il 30,8% lavora nel settore artigiano, operaio o agricolo, il 17,6% lavora in altri settori di bassa competenza. Impietoso invece il dato dei giovani cancellati tra i 15 ed i 44 anni: 576 i ragazzi italiani, 224 gli stranieri.

Dati che spaventano e fanno capire quanto sia urgente frenare questa fuga, che vede Matelica in deficit demografico con tutti i paesi della zona, tranne che con Camerino, Castelraimondo, Pioraco, Sefro e Tolentino, centri da cui si spostano invece abitanti verso Matelica. La fuga però riguarda soprattutto grandi centri per motivi di studio o di lavoro. Matelica nonostante tutto appare un paese poco attrattivo, soprattutto se si considera che c’è offerta di lavoro variegata e il problema allora diventa mismatch tra domanda e offerta. I questionari condotti invece hanno rivelato che gran parte dei ragazzi sono soddisfatti della formazione ricevuta e che però vedono il loro futuro altrove, per lo più fuori zona oppure non hanno mai pensato a questo. A volersene andare per la maggior parte sono le ragazze, le quali al 57% lamentano la mancanza di luoghi di ritrovo, mentre i ragazzi evidenziano la mancanza del lavoro desiderato (34%) e l’assenza di servizi (18%). Scarso il legame sentito con le proprie radici, anche se si evidenzia quasi un 30% di incerti sul partire o restare ed un 25% che resterebbe a prescindere.

Dallo studio emergono dunque grandi sfide, ma anche dimensioni finora sconosciute sullo sviluppo futuro, pensando a nuovi servizi anche per gli anziani che cresceranno e sul potenziamento della connettività e delle infrastrutture. La Fondazione Il Vallato continuerà a lavorare per questo, accanto alle istituzioni locali. Un po’ come indicato dal prof. Morettini presentando la morale delle “Città invisibili” di Italo Calvino: alle conoscenze statistiche di Qubilai Khan si deve unire la visione complessiva dello scaltro viaggiatore Marco Polo e insieme si potrà pianificare il futuro migliore.
