«Il contributo delle Marche alla tipografia delle origini» sarà il tema della giornata di studi in programma per sabato 1° luglio a partire dalle ore 15,30 presso la sala conferenze della Fondazione Il Vallato di Matelica, aprirà la II edizione della manifestazione Matelica 1473, dedicata ai 550 anni dell’arrivo della stampa a caratteri mobili nelle Marche. Relatori saranno la paleografa e archivista della Biblioteca Sublacense Luchina Branciani, il grafico e storico del libro Franco Mariani, il docente universitario e storico della tipografia James Clough, il libraio antiquario Pietro Masturzo. L’incontro aiuterà a far luce sulle condizioni storico-sociali che permisero la nascita della tipografia nel cuore delle Marche, celebre per la carta di Fabriano, sia a Jesi che a Matelica, dove nel 1460 giunse l’eclettico abate benedettino Bartolomeo Colonna, di origine genovese, ma nato sull’isola greca di Chio. Il Colonna diede impulso culturale al piccolo centro di Matelica, fino ad allora noto solo per la produzione dei pannilana e per la prestigiosa schola grammaticae, dove aveva studiato anche il cardinale Alessandro Oliva, stretto collaboratore di papa Pio II e promotore dell’incarico all’abate. Ci sono molte questioni da spiegare: perché la prima stampa arriva inizialmente nella valle dell’Esino e nella terra della carta? Ci sono somiglianze nei caratteri usati nei testi pubblicati a Matelica e a Jesi a pochi mesi di distanza? E, ancora, davvero a Matelica fu stampato solo un libro? Domande a cui si cercherà di dare delle risposte nella giornata di sabato. Per il pubblico di tutte le età poi, nelle giornate di sabato 8 e domenica 9 luglio, il centro storico di Matelica si animerà con una ricostruzione storica di botteghe e attività che consentiranno di immergersi all’epoca della prima stampa a diretto contatto con stampatori, cartai, amanuensi, pittori, tessitori, tintori, vasai e ceramisti, fabbri, cuoiai, militari e gabellieri, tutti con costume d’epoca. Per tutti sarà possibile visitare la città rinascimentale e scoprire pietanze d’epoca.