Tra Fabriano e Camerino un territorio unico per il turismo culturale e naturalistico
Per la prima volta i progetti della Fondazione “Il Vallato” sono stati presentati ad un folto pubblico di tour operator e giornalisti della capitale, durante un incontro organizzato nel pomeriggio dello scorso giovedì 24 marzo nella prestigiosa sede del Pio Sodalizio dei Piceni, l’associazione dei marchigiani a Roma, istituita quattro secoli fa in piazza San Salvatore in Lauro. Relatori una decina di rappresentanti delle maggiori realtà imprenditoriali e turistiche del comprensorio montano tra Fabriano, Matelica e Camerino. «Ringraziamo di questa opportunità concessaci dal Pio Sodalizio – ha dichiarato il presidente della Fondazione il Vallato Antonio Roversi – perché seppur giovani (siamo nati appena un anno fa su iniziativa dell’illuminato imprenditore matelicese Giovanni Ciccolini, fondatore della Halley Informatica, società leader nella distribuzione di software per gli enti pubblici), i progetti che stiamo stilando sono ambiziosi ed aspirano ad incrementare la crescita di un territorio molto particolare, ricchissimo di eccellenze e tipicità, che si snoda da Fabriano ai Monti Sibillini ed è identificabile con il nome di Sinclinale Camerte».
Una serie di relatori si sono focalizzati sui progetti redatti dalla collaborazione delle realtà associative ed istituzionali locali e sui lavori in corso in materia di tutela ambientale, ricerca archeologica, valorizzazione del patrimonio storico-artistico, mappatura dei sentieri e potenziamento del comparto agro-alimentare.
Di grande rilevanza il contributo del presidente di Confindustria Macerata, Sauro Grimaldi, che ha definito «fondamentale l’apporto culturale per la crescita di un territorio e l’impulso turistico», aggiungendo che «tra i distretti industriali che caratterizzano il nostro comprensorio marchigiano non possiamo dimenticare quello calzaturiero e quello degli elettrodomestici, storicamente legato a Fabriano, ma ce n’è uno che non va sottovalutato e che interessa l’entroterra: l’agroalimentare. Esso oggi è frutto delle migliori intelligenze che possediamo, quelle che non sono mai mancate alla terra dov’è cresciuto uno statista come Enrico Mattei. E questo potenziale si unisce a quello storico-artistico e culturale, portandoci a riflettere sul fatto che sediamo sopra l’oro e non ne siamo pienamente coscienti».
A mettere in luce i collegamenti di «un territorio che racchiude in se la più alta concentrazione di abbazie e rocche d’Italia se non d’Europa» è stato poi Raimondo Turchi, presidente del Centro studi Luglio ’67, il quale ha tenuto a mettere in evidenza come «si stia lavorando alacremente per arrivare ad una candidatura a patrimonio universale del paesaggio viti-vinicolo della Sinclinale Camerte per le sue peculiarità che si coniugano perfettamente con il turismo, l’archeologia e la cultura di un’area già ricchissima di risorse naturali. Questa è la terra della carta di Fabriano (che si produce ancora a Pioraco, come prima si faceva
ad Esanatoglia e Castelraimondo) e dell’antico sapere dell’Università di Camerino». Nel dettaglio dell’argomento è poi scesa l’archeologa Martina Santucci, presentando un patrimonio straordinario di reperti che va dal Globo di Matelica, l’orologio solare sferico del II secolo d.C., unico nel suo genere al mondo, fino alle grandi necropoli umbro-picene rinvenute tra Fabriano e Matelica. La guida naturalistica Giovanni Angradi, tramite dei video, ha permesso di scoprire le maggiori risorse per il trekking e la natura di ambienti ancora incontaminati, racchiusi tra la faggeta di Canfaito, le gole di Jana e di Frasassi o i Monti Sibillini. Le più spettacolari bellezze naturalistiche disseminate nella gola di Frasassi, sono state invece al centro dell’intervento di un ulteriore contributo accompagnato da video, prima di passare alla presentazione dei percorsi e dei progetti delle attività in bicicletta, promossi attraverso Marche Italia Tour. Nicola Ucci, responsabile marketing dell’organizzazione, non ha avuto dubbi nel rivendicare: «Quando anni fa ho deciso di trasferirmi da Bologna a Fabriano, mi hanno preso per pazzo. A distanza di tempo non ho alcun rimpianto: qui la vita è migliore, più sana e ricca di stimoli, quelli che cercano tanti in fuga dalla città alla ricerca del vero relax». Così pure l’imprenditore Carlo Pasqualini ha elencato le proposte per gli amanti delle due ruote sul territorio, alcune portate avanti con il supporto dei magazzini Decathlon o di importanti testimonial dello sport. Della risorsa più diffusa e nota di tutta la vallata, il Verdicchio di Matelica, ha quindi offerto la sua presentazione Umberto Gagliardi, presidente del Consorzio dei produttori: «E’ il vino bianco più premiato d’Italia, tipico di questa zona e unico per le sue caratteristiche organolettiche, un ottimo biglietto da visita per intenditori, ma non solo». E per coloro che hanno voluto approfondire ancora di più gli argomenti trattati, è stato riservato un workshop finale, con le migliori strutture ricettive della zona tra Fabriano, Matelica e Camerino, dando ampio spazio alle degustazioni dei prodotti tipici dal vino di tutte le cantine, ai salumi e ai formaggi tipici, fino a dolci e altre panificazioni.
«Quello che stasera vi abbiamo presentato – ha commentato Anna Masturzo – è solo una piccola parte di un territorio che sta crescendo e facendo sempre più parlare di sé, attraverso le sue particolarità. Un esempio per chi ama o produce il miele: è giusto ricordare che qui vive una varietà di ape, denominata Rotis, che è immune al famigerato acaro varroa che sta sterminando i tanto preziosi insetti. La forza e la ricchezza di questo territorio, come si può comprendere, sono proprio racchiuse nella sua eterogeneità culturale, linguistica, storica e naturale, gli elementi principali dai quali sono partiti i progetti presentati stasera».